Mastopessi

La ghiandola mammaria è un annesso cutaneo e segue con la cute tutti i cambiamenti dovuti all’età in particolare riguardo alla perdita di tonicità cutanea. Questo crea una sorta di discrepanza tra involucro cutaneo (contenente) e tessuto ghiandolare (contenuto) per cui avviene un cedimento tessutale che, per effetto della gravità, provoca la ptosi (caduta) della mammella. A volte la ptosi si può manifestare anche precocemente oppure dopo forti dimagrimenti o a seguito di gravidanze. Se peraltro è avvenuta anche una concomitante riduzione di volume si può intervenire inserendo anche delle protesi per riacquistare il volume.

L’intervento
La mastopessi è l’intervento chirurgico che ha lo scopo di sollevare le mammelle ptosiche, garantendo contemporaneamente una forma piacevole ed un’adeguata proiezione del cono mammario. Tutto ciò si effettua riposizionando e rimodellando il tessuto mammario, facendo risalire il complesso areola-capezzolo nella posizione corretta ed eliminando la pelle in eccesso. Dalla quantità di eccesso cutaneo da rimuovere dipende l’entità delle cicatrici che possono essere limitate alla regione periareolare oppure estendersi alla verticale oppure, proprio se necessario, al solco inframammario.

L’intervento di mastopessi, se eseguito correttamente, non interferisce con il normale sviluppo ghiandolare, con la possibilità di allattamento e con la sensibilità del complesso areola-capezzolo.
Solo in casi molto limitati di ptosi mammaria è possibile rimodellare la mammella con la semplice mastoplastica additiva, ottenendo la distensione della cute in eccesso, senza aumentare eccessivamente il volume mammario. E’ da considerarsi non corretto, infatti, il ricorso a forzature di volumi mammari eccessivi ai fini della distensione dei tessuti mammari, perché, con protesi troppo grandi, si pongono le basi di una recidiva precoce della ptosi mammaria, legata proprio al peso della protesi stessa.

La correzione ideale in questi casi è la giusta integrazione volumetrica mediante la protesi (senza forzature!) associata al rimodellamento della ghiandola mammaria e la cute in eccesso viene asportata mediante l’incisione periareolare o, in casi marcati, anche in quella verticale o infra-mammaria.
Le cicatrici migliorano nel tempo ma non scompaiono. Il beneficio, comunque, di aver ottenuto delle mammelle di forma e volume desiderato, di maggiore consistenza e dall’aspetto più piacevole, supera di gran lunga il disappunto per la presenza di cicatrici più numerose.

La paziente ideale all’intervento
La paziente ideale all’intervento è in primo luogo una donna in buono stato di salute, verificata anche con analisi cliniche e strumentali. In secondo luogo la paziente deve essere informata dal medico sulle reali possibilità di miglioramento in rapporto al suo desiderio. Durante la visita il chirurgo valuta tutti i parametri clinici (età, difetti della gabbia toracica, volume ghiandolare, tono cutaneo, ecc) e, grazie alla competenza e l’esperienza, sceglie tra le varie soluzioni chirurgiche quella che più si può adattare al desiderio della paziente.

Qualora si scelga per l’integrazione volumetrica mediante protesi, vale la pena di ricordare che le protesi attualmente in uso sono costituite da gel di silicone. Dopo più di quaranta anni di esperienze cliniche rispetto all’uso di protesi mammarie in silicone possiamo affermare con certezza che non esistono relazioni con eventuali insorgenze di patologie autoimmuni o di altre patologie tumorali. Negli ultimi anni, le protesi mammarie hanno subito una grande evoluzione in particolare rispetto alla loro consistenza (morbida al tatto) ed alla forma, versatile nelle tre dimensioni.

L’anestesia
La mastopessi viene eseguita di routine in anestesia generale. Come in altre procedure di chirurgia plastica che coinvolgono le aree superficiali del corpo umano, l’anestesista utilizza procedure anestesiologiche che richiedono un minor impiego di farmaci che consente, fra l’altro, anche un rapido recupero postoperatorio. Pur essendo in grado di tornare a casa lo stesso giorno dell’intervento, è consigliabile la degenza della notte ai soli fini di una maggior osservazione clinica.

L’intervento chirurgico
Il rimodellamento della mammella consiste nel ricostruire il cono mammario e di definirne la maggior proiezione possibile utilizzando opportunamente i tessuti presenti. A volte è possibile ruotare verso l’alto un lembo ghiandolare (tecnica dell’autoprotesi), riuscendo a riempire opportunamente il polo superiore della mammella. Il complesso areola-capezzolo viene anch’esso riposizionato verso l’alto.

Possibili rischi e complicanze
In qualsiasi intervento chirurgico vi è un certo grado di rischio. La somministrazione di farmaci di qualsiasi genere può produrre reazioni avverse gravi e imprevedibili: una sala operatoria attrezzata e la presenza del medico anestesista-rianimatore ci consente di prevenire tali situazioni e trattarle opportunamente in modo da evitare prontamente qualsiasi conseguenza.
Il sanguinamento è raro, ma può verificarsi solitamente entro le prime 24 ore; in tal caso sarà necessario un ritorno in sala operatoria per fermare il sanguinamento, senza ulteriori inconvenienti o prolungamenti della degenza. Anche le infezioni sono estremamente rare e se precocemente riconosciute ed opportunamente trattate, si risolvono prontamente. Un’alterazione della sensibilità può essere secondaria all’operazione, ma scompare nel tempo.
L’eventuale presenza di impianto protesico comporta anche le complicanze relative ad esse ( v. mastoplastica additiva). L’intervento lascia normalmente cicatrici modeste in dimensioni, che comunque vengono

Trattamento post-operatorio
Il giorno successivo, dopo rimozione dei drenaggi se presenti, la paziente viene dimessa con terapia antibiotica ed analgesica al bisogno. Dopo una settimana di riposo a casa si riprendono le normali attività (passeggiare, guidare, vita sociale), ma non sarà possibile praticare sport prima di un mese. Ai fini della riuscita dell’intervento, è necessario limitare movimenti di spalle e braccia in modo assoluto nei primi giorni, per poi riprenderli gradualmente, dormire in posizione supina ed indossare un reggiseno contenitivo per un mese. Inizialmente la mammella appare leggermente più alta del normale e nel giro di 3-6 settimane l’impianto scenderà in una posizione più naturale.

Controlli a distanza
I controlli postoperatori sono eseguiti a distanza di 1, 3, 6, 12 mesi.